1. |
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I baffi di Hitler
La morte a Venezia
Finzione, la colpa tanta
Malinconia
Il mestiere che entra,
la gente che esce
Cristo, figlio di un morto
In assonometria cavalieria
Mi piacciono le donne
E alcuni uomini
Il teatro kabuki
E certi colori
Che prendono le labbra
dei futuristi,
delle giornate di sodoma
ne ho lette solo venti
I supermercati
e i bastioni di Francia
ospitano anime nere
e coltellate alla pancia
I fiori del male
nel confessionale
la sessione autunnale
e il tuo sentimento antivirale
Hai ancora voglia di ballare
Hai ancora voglia di ballare
Amanda Lear
e Salvador Dalì
à la discotheque
de Paris
Lo schiaffo di Anagni
tirato alla vita
le gambe e i collant,
la meditazione stilita
Le torri gemelle
per Karlheinz Stockhausen
Saturno
che divora i suoi figli
Le masturbazioni di gruppo
sul nuovo ordine mondiale
Il pianto di Lucia,
le Demoiselles d’Avignon
Hai ancora voglia di ballare
Hai ancora voglia di ballare
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2. |
NarcisiSbagliati
03:52
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Mi inquieti sai, non sai lasciare perdere
le donne nelle pubblicità si scambiano le siringhe
come noi
Ti nascondi e sai di arancia grezza, di sorrisi spaccati
La bava alla bocca, degno segno di eccesso
con il tuo stile uccidi più donne di Picasso
ci racconti che la confidenza è un lusso
con noi, non hai mai parlato di sesso
Dai giardini di Bomarzo ai club di Berlino
cerco qualcosa che ho perso
Abbiamo un complesso
e ci attraggono
i narcisi sbagliati
Il tuo pensiero accarezza le mie tempie
è un gioco bellico identificarti
Lei è una musa di catrame
più la confondo più imparo ad amarti
La bava alla bocca, degno segno di eccesso
con il tuo stile uccidi più donne di Picasso
ci racconti che la confidenza è un lusso
con noi, non hai mai parlato di sesso
Dai giardini di Bomarzo ai club di Berlino
cerco qualcosa che ho perso
Abbiamo un complesso
e ci attraggono
i narcisi sbagliati
Lei è una musa di catrame
più la confondo più imparo ad amarti
i narcisi sbagliati
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3. |
Le Idi Di Marzo
03:52
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Fuori è freddo
E se tu sei il coltello
con il quale mescolo in me
con il quale scavo in te
Se le idi di marzo ti hanno dato alla testa
Troppa libertà per un re è un pericolo perché
E’ solo un gioco
Le mani nei capelli
di un morto per provare
ad afferrare quel distacco
Abissale
Ci sono idioti che brindano con calici vuoti
che finiscono comunque per macchiarsi
Così ti ho vista che fischiavi al supermercato ieri sera
ed eri così indecisa con il tuo viso da monnalisa
e tra le immobili piante di plastica
un signore si è innamorato
con un espressione a forma di svastica
E’ solo un gioco
Le mani nei capelli
di un morto per provare
ad afferrare quel distacco
E’ solo un gioco
Le mani nei capelli
di un morto per provare
ad afferrare quel distacco
E’ solo un gioco
Le mani nei capelli
di un morto per provare
ad afferrare quel distacco
E’ solo un gioco
Le mani nei capelli
di un morto per provare
ad afferrare quel distacco
Abissale
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4. |
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Gesù cristo è proprio il santo di questa prole senza padri
E tu sei uno scorpione romantico
Lucida e di sobrie pose da bar
Sfidi una contesa mediterranea, fatta di tradimenti e pomeriggi la domenica
E ora tocca alle sigarette dopo la piscina ricomprare il tempo che si è perso
Desidero un periodo decadente, un panorama fatiscente, e un po’ di ammorbidente
Le vacanze al mare, una quarantena bipolare
per giustificare anche chi non fa niente
Forse ci vivo già, forse ci vivo già
Compra suppellettili piante finte per gli interni
E consola i molti errori generazionali
I giovani sono una specie adiacente
tra gente seducente che non si lava mai le mani
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5. |
Poeti
03:27
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Il fallimento come la più grande aspirazione umana
Ci culliamo così nelle fresche sere di un’angoscia primitiva
Pensai a voi energumeni e alle pallide giornate
di un settembre con un po’ di febbre e di un’estate che sfiniva
ho un po’ di tosse, un chilo di paura e qualche tarocco per giocare
Si stava bene ad ascoltare i nostri vinili e un tenue desiderio di naufragare
Ora sto a casa, studio poco e ho paura del futuro
Tutto è in analisi precaria in questo parto prematuro
I miei sono progetti su carta per funerali di sensazione
Qui la nebbia è sparita e i vecchi muoiono in giornate di sole
Forse non tornerò più a vivere nella svizzera italiana
Dove un mio amico non ha perso la verginità nemmeno con una puttana
Impatta così bene su di me la dinamica filosofica moraleggiante
Da rendermi così incapace da replicarla in maniera costante
I poeti muoiono giovani da una costituzione antisportiva
Un’osteria della penombra, vent’anni di vita
Senza una valida alternativa
E io non so che farmene del mal di stomaco quotidiano
Non voglio stare ad aspettare alcun risvolto agostiniano
Quindi dispongo rare certezze, libri non finiti e riti Pagani
So che da vecchio in una giornata di sole, sarò solo cibo per i cani
I poeti muoion giovani, i poeti muoion giovani,
i poeti muoion giovani, i poeti muoion giovani!
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6. |
visconti - DPCM
02:24
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La folla inferocita
un vaccino per l’umanità
un vaccino per la tua faccia di cazzo
un passo verso l’estinzione
Mi mancano le feste
Bere fino a stare male
fissare la profondità di una canna di fucile
ribaltare il concetto di identità
accorgersi straniero, straniero, straniero
dimenticar sé stessi per l’accessorietà
vedere dalla finestra solo nero, solo nero
senza capire come andrà
dpcm, dpcm,dpcm
La folla inferocità
un vaccino per la cattività
un bacino per tuo figlio che fa capodanno a Dubai
e uno ai tre mesi di università da casa
un concetto di socialità, un nuovo concetto di socialità
dpcm, dpcm,dpcm
Vivere a vent’anni chiuso in casa, vivere a vent’anni chiuso in casa
Vivere a vent’anni chiuso in casa, non so più che cazzo fare!!
dpcm, dpcm,dpcm
Vivere a vent’anni chiuso in casa, vivere a vent’anni chiuso in casa
Vivere a vent’anni chiuso in casa, non so più che cazzo fare!!
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7. |
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Il tuo tiepido accento non cambia mai
Ho a che fare con giovani turchi che non san cambiare idea
Ho così chiaro il tuo sguardo assente
che di fronte a questa situazione non provo niente
Che se solo prendessi in mano la tua vita
e mi dimostrassi che hai il controllo e non ti tremano più le dita
Non faresti più domande e la tua banalità, non mi urterebbe più e cercheremmo assieme la normalità
E il tempo che passiamo assieme, in cui cerco un disperato appiglio dentro alla televisione
I tuoi occhi stanchi mi fissano come chiodi e ho paura di fallire come te
Ho visto nei dipinti della mia fantasia, le madri delle tue atrocità
Ma tra noi due l’unico argomento rimasto è la mia università
Devi prendere una sorta di decisione
Non c’è bisogno di spiegazione
Intenso senso di pentimento
Hai una vaga voglia di morire
Con l’esotismo così impaziente
di fuggire un po’ da deficiente
E il tempo che passiamo assieme, in cui cerco un disperato appiglio dentro alla televisione
I tuoi occhi stanchi mi fissano come chiodi e ho paura di fallire come te
Ho visto nei dipinti della mia fantasia, le madri delle tue atrocità
Ma tra noi due l’unico argomento rimasto è la mia università
Devi prendere una sorta di decisione
Non c’è bisogno di spiegazione
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Visconti Milan, Italy
Visconti nasce nel 2000 e a 20 anni scrive il suo primo album, figlio della pandemia e delle complessità
della generazione
Z.
Nei suoi brani, l’urgenza del post-punk trova un’insolita miscela nella forma cantautorale con la quale
i suoi testi cercano di riscoprire la metropoli nella provincia e la normalità del disagio.
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